CaselloSud nuova Portafano

Suggerimenti Arch. Laperna sull'alleggerimento casello sud



Il grafico piu' grande descrive il possibile assetto della valle Genica nel tratto interessato dal casello; con la seguente legenda:
- azzurro : aree esondabili;
- rosso : A14 ampliata e sagoma del relativo piazzale di riscossione (riportata dall' elaborato SPEA);
- in cornice verde : nel cerchio, il sottopassaggio della Strada dei Castagni, rispetto alla cui soluzione non nutro preferenze; nel quadrato, il cappio di evoluzione del casello, che e' anche oggetto de:
il grafico piu'piccolo, che contiene un dettaglio in scala doppia del cappio di evoluzione, a suo tempo costruito su un' A14 a sole 4 corsie, ma che richiederebbe una base cartografica in scala 1:2000, aggiornata alle 6 corsie, per essere seriamente elaborato.


Insieme ad un casello in valle Genica, una circonvallazione di S.V. sarebbe utile sia al territorio sia alla concessionaria, ma se prolungata (con sovracosto non trascurabile) fino al viale delle Regioni. Senza casello invece, servirebbe solo ad avviare lungo le valli Genica ed Arzilla (finora poco compromesse) i flussi da e per il casello A14 di Fano sud (o di Fano nord se ci fosse), confermando S.Veneranda come passaggio obbligato di questo itinerario, sia per strada ordinaria sia per autostrada; ma sarebbe solo il primo lotto (0,7 km, a 2 corsie, su suoli anche esondabili) di una ben piu’ lunga infrastruttura che la spesa pubblica prima o poi dovrebbe regalare (un altro “Quadrilatero”?), ed in antitesi con l’interesse della SpA per un’A14 piu’ utilizzata.




Con encomiabile imparzialita’ rispetto a questo suo interesse, la SpA ha recentemente denunciato le difficolta’, l’impatto ed i costi del casello da essa progettato per la valle Genica, ma senza alcuna quantificazione economica o tecnica. Cio' ha messo in moto, nel dibattito pubblico, ipotesi di “alleggerimento” di quel progetto, attraverso una specializzazione del casello per i soli veicoli leggeri i quali, infatti, prevalgono nella composizione dei flussi delle fasce orarie “di punta”, quelli che piu’ mettono in crisi la mobilita’ degli abitati attraversati. Un’altra specializzazione era stata gia’ proposta da chi scrive, negli anni ’90, contestualmente alla prima formulazione dell’ ipotesi “due caselli” per il principale problema di mobilita’ nella provincia (allora per minimizzarne il necessario investimento): i 2 nuovi caselli potrebbero funzionare come le 2 estremita’ di un tronco autostradale di soli 8 km; il casello di Fano Nord con sola uscita da nord ed ingresso verso nord, quello di Pesaro Sud con sola uscita da sud ed ingresso verso sud. In generale, una simile limitazione non taglierebbe di molto i costi (perche’ la corsia di ingresso e quella di uscita da una stessa carreggiata si affiancano nel “cappio di evoluzione”), ed e’ applicabile solo dove le uscite e le entrate da chiudere sarebbero pochissimo utilizzate, e quindi con impatti trascurabili; ma, nel nuovo progetto della SpA, e’ proprio il tracciato della corsia di uscita da nord ad accentuare, sia l’occupazione di spazio, sia l’avvicinamento all’abitato, e lo impone anche alla corsia d’ingresso verso sud, per l’affiancamento gia’ sopra ricordato.

Dagli anni ’90 ad oggi, chi scrive ha anche “messo in rete”, e trasmesso alla SpA, ipotesi di casello diverse da quella che ora la SpA riconosce inattuabili, senza mai ottenere ne’ cortesi consigli di “cambiare mestiere”, ne’ ancora piu’ cortesi aperture a discuterne; come pure non e’mai riuscito a leggere la risposta che il Cons. Sup. dei LLPP dovrebbe aver dato da mesi, circa la possibilita’ di aprire caselli su tratti in curva delle autostrade; possibilita’ che, chi scrive, suppone assicurabile ovunque con adeguati prolungamenti delle corsie di accelerazione e decelerazione.

Laperna Massimo