1. PREMESSA, SUL RUOLO DI UN SECONDO CASELLO PER PESARO.
Per evitare di farsi un proprio casello-sud, Pesaro potrebbe utilizzare il futuro svincolo di Fano-nord come ha sempre usato quello di Fano-sud, e puo’ farlo con un suo collegamento alla SS16 (anche attraverso l’Interquartieri di Fano, come da PRG localmente vigente), ma non farebbe che peggiorare la situazione della SS16, e sopratutto DA FOSSO SEJORE A CATTABRIGHE.
L' A14 avrebbe dovuto correre, fin dagli anni '60, all'altezza di Chiusa di G., ma oggi sarebbe suicida, economicamente ed ecologicamente, crearvene una seconda lasciando dove sono le attuali 4 corsie "liberalizzate".
Con la prevista bretella tra le SSPP Montelabbatese ed Urbinate, l'entroterra fogliense risultera' collegato all'attuale svincolo di Campanara quanto meglio non si potrebbe, e cosi’ la sola "gamba zoppa" della mobilita' esterna pesarese restera' il collegamento con il sud: cio' SCONSIGLIA DI ARCHIVIARE il problema del secondo casello, prima di essere andati al fondo del problema della sua UBICAZIONE.
2. ALTERNATIVE FUNZIONALI PER UN SECONDO CASELLO.
2.1. Se ubicato all’altezza di via Solferino, non intercetterebbe facilmente i percorsi tra l’A14 ed il pezzo di citta’ che include meta’ del quartiere Pantano e l’intero quartiere Muraglia, i cui residenti CONTINUEREBBERO AD USARE LA SS16.
2.2. Se ubicato alle pendici di Novilara (ponte “dell’Angelo Custode”), intercetterebbe i collegamenti col sud, ma incontrando difficolta’ orografiche (A14 a quasi quota 100 slm) e richiederebbe una nuova viabilita’ d’accesso che, per 1,5 km, anche se esterna a zone urbanizzate, sarebbe un doppione della stessa A14.
2.3. Se ubicato TRA via Solferino ed il ponte dell’Angelo, OTTIMIZZEREBBE le opposte esigenze di SCENDERE VERSO SUD SENZA TROPPO ALLUNGARE il necessario collegamento alla citta’; il punto DI MEZZO coincide con la valle del Genica, dove le carreggiate sono a quote inferiori di m 50 a quelle del “ponte dell’Angelo”; e che e' articolata con una valle trasversale lunga quasi 1km che offre spazi non urbanizzati ed utili per le opere, a sufficiente distanza dal margine est della frazione di Novilara.
3. RICADUTE SULL’AMBIENTE E SULLA MOBILITA’ URBANA.
3.1. Entro una distanza da un casello di via Solferino, pari a quella che il casello in valle Genica potrebbe avere da S.Veneranda (v.in 2.3), ricadono almeno: case e le scuole tra via Togliatti e le vie Costa e Bonini, ed oltre via Giotto; verso monte, anche qualche casa di Villa Fastiggi.
Il viale delle Regioni sarebbe investito da flussi tra l’entroterra ed il casello, oltre che da quelli per Campanara fino all’innesto con l’apposita bretella. Nel versante-mare, i flussi investirebbero l’Interquartieri (fatta per flussi di rilievo urbano e gia’ dotata di “mitigazioni”, e che “proteggerebbe” via Giotto), via Togliatti e via Solferino almeno fino a via Ponchielli. Via Togliatti e’ abbastanza aperta, ma via Solferino (vera “strada corridoio” per 0,4 km del suo sviluppo) subirebbe le conseguenze piu’ pesanti.
3.2. La zona ai piedi di Novilara non e’ assolutamente urbanizzata, ma la strada “dell’ Angelo Custode” andrebbe completamente rifatta, con pregiudizio dell’ambiente collinare attraversato, ora edificato ma in modo rado e discreto e, soprattutto, delle attuali condizioni abitative, con traffici finora inusitati. Il resto di un collegamento col centro potrebbe passare marginalmente al “cuneo verde”, dove un documento di Legambiente anticipa nuove edificazioni; le quali, ovviamente, dovrebbero essere progettate (o anche ri-progettate) tenendo conto di una nuova infrastruttura.
3.3 I flussi da un casello in valle Genica potrebbero entrare nella rete urbana (e da li’ disperdersi) con la rotatoria sull’Interquartieri (su questa v. in 3.1.) in cui converge la via Trometta che e’ ben dimensionata, con 4 corsie, e che e’ fiancheggiata da edificazioni in modo meno continuo ed angusto che in via Solferino. Un’ulteriore dispersione avverrebbe nella “rotatoria” tra via Fratti e via Giolitti ma, gia’ prima di essa, potrebbe aprirsi una diramazione verso est capace di raggiungere il tratto piu’ interno del “cuneo verde” (di cui gia’ in 3.2), fino al S. Decenzio.
Quanto al casello vero e proprio, l’ultimo progetto della Concessionaria potrebbe essere traslato interamente verso est, in modo da frapporre la massima distanza dall’ asta principale del Genica e, quindi, anche dall’abitato di S.Veneranda.
SI al casellino Pesaro Sud
Considerazioni Consiglio comunale 11-01-2010
Referendum secondo casello
Considerazioni generali Arch. Massimo Laperna